Sicurezza del controsoffitto a membrana: a chi rivolgersi?

Cos’è il controsoffitto e a cosa serve

In edilizia civile, si ricorre molto all’impiego di strutture leggere che, oltre a creare un’atmosfera più “raccolta”, contribuiscono a “nascondere” gli attraversamenti degli impianti domestici e anche a isolare un certo ambiente migliorando la compartimentazione antifuoco. Queste strutture sono i controsoffitti.

Ne esistono di due tipi:

  • collaborante: nasconde il passaggio degli impianti ed è solitamente costituito da “quadrati”, in fibra o cartongesso, di circa 15 mm di spessore. Oltre ad avere una funzione “estetica”, preserva il solaio sovrastante e la struttura in generale;
  • a membrana: in fibra o a base gesso o silicati, questo controsoffitto è, generalmente, non pedonabile e ha uno spessore da 30 a 50 mm.

Controsoffitto a membrana: caratteristiche

Il controsoffitto a membrana è un sistema di protezione orizzontale in grado di soddisfare, da solo, i requisiti EI di protezione dal fuoco. La norma di riferimento per la classificazione di questi sistemi è la EN 1364-2 e prevede la prova del controsoffitto senza solaio al di sopra del controsoffitto stesso.

I controsoffitti a membrana, la cui caratteristica principale è  la resistenza al fuoco intrinseca, vengono testati come lastre orizzontali non caricate, per verificarne i requisiti di tenuta “E” ed isolamento “1” in base alla norma EN 1364-2.

Sicurezza del controsoffitto a membrana: a chi rivolgersi?

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